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22/11/16 - Banca Popolare del Lazio sempre più solida, indici sopra la media LSI

Positivi i dati dello stress test della Banca d’Italia che ha valutato i bilanci e l’esposizione degli istituti di credito di piccola e media dimensione

I DATI AGGIORNATI PER IL 2016 CONFERMANO LA CRESCITA DEGLI ULTIMI ANNI GRAZIE A UN NETTO MIGLIORAMENTO DEI RISULTATI DEL SECONDO SEMESTRE CHE SARANNO VALUTATI DALL’ASSEMBLEA DEI SOCI PREVISTA PER IL 27 NOVEMBRE

Velletri, 22 novembre 2016 – Solidità e crescita per la Banca Popolare del Lazio anche nel 2016, un andamento positivo certificato da Banca d’Italia che ha applicato al Gruppo di istituti di credito definiti LSI (Less Significant Institutions) alcuni dei parametri degli stress test istituiti per il settore dalla Banca Centrale Europea.
Nel raggruppamento LSI, composto da oltre 460 istituti in tutta Italia, la Banca Popolare del Lazio si piazza in ottima posizione grazie a indici ben oltre la media: Cor Tier 1* del 18,6%, contro il 15,5% di media del Gruppo LSI, e un tasso di copertura delle “sofferenze” del 61,5%, rispetto ad una valore medio delle LSI analizzate del 57,6%.
Anche da un punto di vista economico l’andamento della Banca conferma un risultato positivo. Le ultime previsioni formulate sui dati aggiornati evidenziano un’attesa di utili per la fine dell’anno in linea con i risultati degli anni precedenti ed in netto miglioramento rispetto alle risultanze del primo semestre del 2016.
Un successo in termini di solidità e affidabilità, che premia la gestione dell’istituto fondato a Velletri (Roma) nel 1904 e divenuto ormai uno dei più importanti sul territorio laziale, atteso da un importante appuntamento come l’assemblea dei Soci, prevista per domenica 27 novembre, nella quale fare il punto sulla crescita degli ultimi anni e sulle strategie di sviluppo.

L’analisi - Banca d’Italia ha analizzato i dati di bilancio al 30 giugno 2016 delle 462 aziende bancarie operanti in territorio italiano identificate come LSI, effettuando una sorta di “stress test” calcolato sui dati principali di ogni istituto. I principi seguiti sono gli stessi della vigilanza sulle grandi banche, emanati dalla BCE, ma senza coinvolgimento diretto degli istituti.
Il gruppo LSI (Less Significant Institutions) - Caratteristica principale delle banche inserite nel raggruppamento LSI è un attivo patrimoniale inferiore ai 30 miliardi di Euro. A livello generale stiamo parlando di circa il 30% degli sportelli bancari attivi in Italia. Al contrario degli istituti di più grandi dimensioni, la vigilanza diretta su queste banche è di competenza della Banca d’Italia e solo in forma indiretta della BCE.

Lo stress test, che altro non è se non una simulazione di una grande crisi finanziaria, ha appurato come la nostra banca subirebbe impatti quasi insignificanti – ha detto il Direttore Generale della Banca Popolare del Lazio, Massimo Lucidi -, confermando la qualità di questi ultimi venti anni di gestione. Risultati che i nostri soci conoscono bene, così come sono a conoscenza della politica prudenziale e di attenzione che la Banca ha riservato all’accantonamento delle risorse per la copertura dei crediti ‘a rischio’. Un lavoro impegnativo e difficile, soprattutto valutando due importanti ulteriori fattori: aver garantito sempre e negli anni la corresponsione di un utile ai soci senza depauperare il patrimonio e riuscire a realizzare risultati positivi anche in controtendenza, in momenti di mercato, come quelli di questi ultimi anni, - ha concluso Lucidi - in cui le difficoltà gestionali sono state importanti”.

La Banca Popolare del Lazio ha saputo interpretare bene i segnali che il mercato ha trasmesso, spesso anticipandoli, - ha commentato il Presidente, prof. Renato Mastrostefano - attuando una politica di governo aziendale sana ed equilibrata, riuscendo a remunerare sempre la propria base sociale e facendo contestualmente crescere sia quantitativamente che qualitativamente le proprie risorse ed il personale dipendente. Ma il principale risultato è stato mantenere ben solido il capitale che i Soci hanno investito, senza mai avere avuto fino ad oggi necessità di richiedere interventi di qualsiasi natura. Un capitale sociale sempre in crescita, grazie alla continua richiesta di nuove adesioni, espressione del riconoscimento agli organi amministrativi e gestionali della Banca”.


BANCA POPOLARE DEL LAZIO Società Cooperativa per Azioni
Nata nel 1904 come “Cassa Agricola Operaia” prende il nome di Banca cooperativa Pio X” in seguito alla donazione di 1.000 lire da parte del Pontefice. Dagli anni Settanta, sotto la guida del prof. Renato Mastrostefano in qualità di Direttore Generale, inizia un progetto di sviluppo che porterà la Banca alla trasformazione in “Popolare” (1993) e infine – grazie alla fusione con la Banca Popolare di Terracina – all’attuale forma e denominazione di “Banca Popolare del Lazio” (1994). Nel 2009, e poi anche nel 2013, la Banca si aggiudica il premio “Creatori di Valore” nell’ambito del Milano Finanza Global Awards, nello stesso anno il prof. Renato Mastrostefano (già Direttore Generale e Amministratore Delegato) diventa Presidente. Nel 2010 si completa l’asset manageriale tuttora in carica con la nomina a Direttore Generale di Massimo Lucidi. In base alla Legge 33/2015 sulla trasformazione in SPA delle banche popolari con un attivo di bilancio superiore agli 8 miliardi di Euro, nel 2015 la Banca Popolare del Lazio rimane nel ristretto gruppo delle prime 10 banche popolari a livello nazionale che hanno conservato tale status, nonché tra le prime 20 banche popolari indipendenti.

La banca in cifre:
Capitale Sociale al 31/12/2015 Euro 22.466.160
Riserve e Fondi al 31/12/2015 Euro 256.885.305
Numero Sportelli – 58 (39 in provincia di Roma, gli altri nelle Provincie di Latina, Frosinone e Viterbo)
Dipendenti – 473
Numero Soci - 5.702
Numero azioni - 7.488.720
Raccolta diretta - 1.706.599.000 di Euro
Raccolta indiretta - 803.332.000 di Euro
Crediti verso clientela - 1.343.953.000 di Euro


* Core Tier 1 - Indicatore della solidità patrimoniale delle banche espresso in percentuale (anche noto come Patrimonio di classe 1). Si calcola rapportando il patrimonio di base dell’istituto di credito al totale delle attività ponderate per il rischio.