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03/08/17 - LE ROVINE DI ADRIANO - COSÌ POTERE E MALAFFARE VOLEVANO DISTRUGGERE LA VILLA DELL’IMPERATORE ADRIANO

Appuntamento giovedì 3 agosto ore 21.30 sul palco dei Giardini della Filarmonica (Via
Flaminia 118) all'interno della XXIV edizione della rassegna I Solisti del Teatro, con “LE
ROVINE DI ADRIANO” testo di Nello Trocchia, con lettura scenica di URBANO
BARBERINI accompagnato da DANILO REA al pianoforte.


Tra rievocazione e denuncia, il testo tratta le recenti vicende che accompagnarono lo scellerato
progetto di costruire una discarica accanto alla magnifca Villa di Adriano, patrimonio
UNESCO. Una storia di rifuti e soldi che ha fatto il giro del mondo rischiando di diventare la
Caporetto della cultura italiana e che, invece, ha segnato un’importante vittoria della società
civile sulla politica degli affari. Una storia tutta italiana, drammaticamente attuale, che si ripete
oggi nella vicenda di Rocca Cencia, a un passo dal Parco Archeologico di Gabii, uno dei siti
archeologici più importanti al mondo, attualmente oggetto di una campagna di scavi in
collaborazione con il Louvre, scelta come nuovo sito per i rifuti della Capitale.
Fondatore e coordinatore di Salviamo Villa Adriana, il comitato nato per contrastare il progetto di
costruire una discarica a Corcolle, località a 700 metri dal sito archeologico di importanza
mondiale, Barberini darà vita a una lettura scenica che ricostruirà le vicende del 2012 di cui è
stato protagonista, facendo nomi e cognomi dei responsabili dello scellerato progetto.
Perché una discarica a Villa Adriana? Ciclicamente Roma ripiomba in una nuova crisi rifuti.
La città eterna è funestata da immagini di sacchetti, degrado e incuria. Perché? Chi sono i
responsabili? Chi ha ridotto così la capitale di un paese del G7? Il caso della Villa di Adriano è
un sospiro che racconta l'affanno, un esempio per capire l'inganno.
Lo spettacolo è un viaggio tra musica e parole, un affresco su un sistema spartitorio, il racconto
di un saccheggio consumato nel silenzio e nel consociativismo di troppi. Un racconto che ha un
inizio e una fne nello stesso posto: la Villa di Adriano. Perché è metafora di fasti antichi e
futuro a rischio, di passato glorioso e presente in affanno, di arte e meraviglia di fronte a presagi
funerei e immondi. Perché dietro un sacchetto scorgi un lembo di storia patria. Il teatro civile
non è la risposta, ma una possibilità di accesso, di comprensione, di tempo sospeso, di rifessione
aperta e comune.
"Questo Paese deve imparare il dovere della memoria, un dovere quasi come quello di non
uccidere e non rubare, un undicesimo comandamento civile: non dimenticare quello che è
stato. In questa storia sfugge il bello, è colpa e silenzio, risate e imbarazzo, appena entriamo
dentro al palazzo".
Organizzazione e Produzione esecutiva - Viviana Broglio
Con il contributo di TRELLEBORG